Territorio

La Storia

Se alla maga Circe furono legati da vincoli di parentela i principi etruschi, come assicura Esiodo, nella sua Teogonia, ciò avvenne perché essi possedevano il segreto delle acque terapeutiche: e i Principi etruschi che abitavano a Chiusi (allora Charmas), poterono sperimentare e conquistare questa magìa sulle terme chiancianesi, anche allora capaci d’incredibili guarigioni. Sembra infatti che Chianciano porti nel nome il segno della sua antichità, sia che vogliano riconoscergli la caratteristica radice “clan” o “glan” dei linguaggi mediterranei nel qual caso significherebbe “zona vicina a fiume fangoso” (che potrebbe essere la Chiana) oppure la radice “clan” del linguaggio etrusco, nel qual caso dovrebbe significare “figlio” che ad alcuni studiosi non sembra opportunamente riferibile a Chianciano stessa. Alcuni pensano che “Chianciano” derivi da “Cis Clanas” (al di qua della Chiana) o dal nome di un centurione romano.

Si sa per certo che il grande re etrusco Porsenna (VI sec. Avanti Cristo) venne alle terme chiancianesi come a privilegiata zona di fecondissimi ozi e cure proficue; ce lo narra una lapide del 1600 che afferma “Balnea ista inter celebres Porsennae delicias insigna…” (“Questi bagni, insigni tra le celebri delizie di Porsenna…”); ma, se il documento seicentesco pecca di retorica, la presenza di regale vita etrusca è documentata dagli scavi e dagli oggetti qui ritrovati. (La lapide ricorda il restauro delle Terme che, nel 1674, curarono Domenico Angelotti e Andrea De Vignis). Queste Acque entrarono a far parte della storia nell’epoca dell’Impero Romano, per la testimonianza di scrittori e di poeti come Varrone, Tibullo e Orazio: quest’ultimo, nell’ Epistola 15 del I libro, compatisce il povero malato che deve sciacquarsi lo stomaco e fare il bagno alle “Fonti chiusine”…

Le “Fontes Clusinae” pare non possano essere che queste attuali Terme di Chianciano (essendo poco distanti da Chiusi ch’era la città più importante), anche perché sono stati ritrovati resti di costruzioni balneari, tubature in piombo, una bellissima statua in bronzo chiamata “Apollo salutare”, un’altra in pietra chiamata “Mater Matuta” e la biga di Diana Sillene (III-IV secolo avanti Cristo), ora al museo archeologico di Firenze. Il poggio ove sono stati rinvenuti questi preziosi oggetti si chiama ancora “Sillene” e v’è chi fa derivare questo nome da Diana e chi da Sethlas, dio etrusco delle profonde scaturini, chi da Silla che qui stanziò le sue truppe. Sulla via Cassia, ai tempi dell’Impero Romano, una stazione tra Arezzo e Chiusi portava direttamente alle Terme, fino a che non fu aperta, ai tempi di Carlo Magno, la via che va da Firenze a Siena (e prosegue poi per Radicofani) e, nel 1300, da M’esser Ermanno di Corrado Monaldeschi, la strada da Orvieto.

Nel Medio Evo, anche queste parti furono occupate dai Goti e dai Longobardi ed alcuni, increduli sulle origini etrusche di Chianciano, attribuiscono la sua fondazione al volere di Liutprando o di Ildebrando (a. 744) o dei conti Manenti, nel (976) che ebbero per lungo tempo in signoria questa città. E soltanto nel 1171, in un atto di donazione, appare chiaramente il nome di “Chianciano”, insieme ad “Acqua Santa e Sellena”. Al 1287 risalgono gli statuti chiancianesi che si occupano abbondantemente anche della protezione e manutenzione delle Terme. I compilatori furono nove: gli statuti furono ripubblicati nel 1544.

Nell’età dei Comuni, Chianciano fu travolta dalle guerre tra Guelfi e Ghibellini e aspramente contesa da Siena, da Orvieto e da Montepulciano che vantava diritti sulle sue acque. In questo nebuloso periodo, la storia viene rischiarata da una miracolosa vicenda attribuita a Sant’Agnese poliziana, poiché, come ebbe a dire il suo biografo Fra’ Raimondo da Capua, “per i meriti di Lei, Dio operò nel Bagno Grande, vari e stupendi miracoli…”. Questo avveniva nel 1317. Nel 1349 Chianciano passava sotto la protezione di Siena, e nel 1494, faceva pace definitiva con Montepulciano. La sua fama seguita ad intrecciarsi con quella delle sue acque, poiché di esse si fanno ampie relazioni anche a Siena (così fece Simone di M’esser Giacomo Tondi nel 1334), di esse si scrive e si studia, come fecero Antonio Maynero e Andrea Bacci e infine Paolo Maria da Forlì che nel 1631 lasciò come eredità inestimabile “non oro né argento né terre ma, valore assai maggiore, l’istruzione sull’uso dell’acqua Santa di Chianciano.

“>Nei primi decenni del ‘900, attrassero l’attenzione di un privato che, costituita una società, le prese in concessione dal Comune. Tra il 1920 e il 1930 sorsero gli stabilimenti di tipo neo-classico, con il pergolato di stile pompeiano che furono abbattuti dopo che le Terme divennero demaniali(1940). Press’à poco nella stessa epoca veniva valorizzata la Sorgente Sant’Elena, di acqua efficacemente diuretica, da un altro privato i cui eredi ne conservano la proprietà. Nel 1940 le Terme divennero demaniali; fu progettato un nuovo piano regolatore (architetti Loreti e Marchi dei quali è anche il disegno del “Salone delle Feste” e del Salone di mescita nel parco Acqua Santa) che è stato poi modificato nel 1958 dall’Ufficio Tecnico Comunale di Chianciano ed approvato nel 1961.

Chianciano Terme ha dunque le caratteristiche della più organizzata stazione termale. L’Azienda di Promozione Turistica provvede con aggiornati criteri ed affinata esperienza a rendere il più possibile gradito agli ospiti il soggiorno chiancianese; la direzione delle Terme ha posto Chianciano e le sue Acque a livello internazionale, mentre la direzione sanitaria, attraverso gli uffici sanitari e la sua organizzazione medica attua un sistema di diagnosi capillare e globale. La denominazione recente consacrata, di “Chianciano Terme” per indicare come unico complesso urbanistico la zona Termale e l’antico paese, testimonia come, in questi ultimi anni, si sia realizzata una continuità urbanistica e strutturale tra l’antico nucleo e la moderna e avveneristica zona Termale: tanto che, tale avvenirismo già iniziato e confermato, investe anche la parte antica ed il grande Viale della Libertà, lungo circa 2 chilometri e mezzo, che prima sembrava distaccare il paese dalle Terme, è divenuto invece una arteria urbana senza soluzione di continuità costeggiata da alberghi, pensioni e ville.

Chianciano Terme si stende, dunque, per un arco a mezza luna continuamente dalle Terme al paese ed anche attorno all’antico nucleo si sono realizzate nuove strade, ville, pensioni, alberghi e bellissimi negozi. Questa posizione ad arco su di un andamento dolcemente collinare fa somigliare Chianciano ad un grande porto, emergente da un mare verde.

Il brano è stato tratto dalla Guida di Chianciano Terme e dintorni autrici le prof.sse S.Orienti – G.Vagaggini Poppi